Le tegnùe

Immergiti tra le spettacolari barriere coralline adriatiche.


Per molti il fondale del Mare Adriatico è una distesa sabbiosa, piatta e monotona, che può ricordare il suolo di un deserto. Ma non molti sanno che proprio poche miglia al largo di Chioggia si trovano le Tegnùeconformazioni rocciose assolutamente uniche per la struttura e per gli organismi che le abitano. La presenza di queste “scogliere sommerse” era nota già nel 1700, al tempo dell’abate Giuseppe Olivi (il naturalista chioggiotto che per primo le descrisse). Il termine “Tegnùe” deriva proprio dal dialetto locale e significa ‘trattenute‘ e veniva usato dai pescatori per indicare la presenza di queste rocce su cui si impigliavano le reti. Tali strutture sono distribuite principalmente di fronte alle coste del Nord Adriatico, ma è proprio davanti al litorale della città di Chioggia che si trova il complesso di Tegnùe più ampio e importante, in cui sono presenti i raggruppamenti più grandi fino ad ora rinvenuti.

La loro origine al momento rimane in parte incerta e oggetto di studio, ma certamente un grosso apporto alla loro formazione è dovuto ad alghe calcaree e invertebrati biocostruttori come i coralli. Per questa ragione le Tegnùe di Chioggia vengono spesso chiamate ‘le barriere coralline adriatiche‘.
Le Tegnùe sono un ambiente ricco di vita e biodiversità, caratterizzate da rocce estremamente irregolari, ricche di anfratti, di gallerie e di cavità, usate da moltissimi organismi come riparo, rifugio o nursery.
I subacquei che s’immergono per visitare le Tegnùe restano sorpresi per l’enorme biodiversità presente, caratterizzata da organismi animali e vegetali sessili (non in grado di spostarsi) e incrostanti, appariscenti per forme e colori, quali, ad esempio, spugne, anemoni, ascidie coloniali, e di numerose specie di pesci. Per tutte queste caratteristiche e per ciò che rappresentano per il nostro Mare Adriatico, le Tegnùe possono essere considerate delle vere e proprie oasi di biodiversità in mezzo ad una distesa sabbiosa apparentemente povera di organismi.

Escursioni subacquee a Chioggia

Al fine di proteggere questo delicato ambiente il Consiglio Comunale di Chioggia il 14 settembre del 2000 approvò la proposta di istituire un’area protetta per le Tegnùe di Chioggia e ne presentò richiesta al Governo. Il 5 agosto 2002 l’area fu quindi dichiarata “Zona di Tutela Biologica” (ZTB) con Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (G.U. n. 193 del 19-8-2002) che impose il divieto di qualsiasi attività di pesca.

Dal 2002 ad oggi, grazie alla Regione Veneto, al Comune di Chioggia, all’Associazione “Tegnue di Chioggia”-onlus” coadiuvata da club subacquei della zona, all’ISPRA (sede di Chioggia), al CNR-ISMAR di Venezia e di Bologna, all’Università di Padova, molte sono state le iniziative messe in atto per garantire la protezione, il controllo, la conoscenza e la corretta fruizione dell’area da parte dei sub, come la posa di 11 boe luminose in corrispondenza dei punti di immersione più interessanti, attività di divulgazione ed educazione ambientale alle scuole, ai club subacquei e ai cittadini interessati, campagne di ricerca scientifica per aumentare le conoscenze sia sull’ambiente delle Tegnùe che sulle diverse forme di vita che lo popolano. Nel 2011 le Tegnùe di Chioggia sono state proposte come Sito di Importanza Comunitaria (Dgr. nr. 220 del 1 marzo 2011) ora come ZSC (Zona Speciale di Conservazione) per la quale è previsto un organo di gestione.

Le tegnùe di Chioggia

Per maggiori info

L'Associazione “Tegnue di Chioggia” – onlus continua gratuitamente con opera di volontariato il ripristino delle strutture in mare per favorire il turismo subacqueo. Promuove Convegni, incontri con Associazioni sportive e culturali, come anche nelle scuole di ogni ordine e grado.
Per maggiori info visita il sito https://www.tegnue.it

Ultimo aggiornamento: 10/09/2024, ore 09:52

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